L’invecchiamento cutaneo è un processo fisiologico geneticamente programmato (intrinseco) e legato al trascorrere del tempo (cronobiologico), che può essere considerato come un deterioramento delle funzioni biologiche e delle strutture cutanee con conseguente diminuzione di vitalità, calo del potere antiossidante e dei processi di riparazione ed aumento della vulnerabilità verso i danni causati dagli insulti interni ed esterni e verso l’usura dovuta al trascorrere degli anni.
Le principali cause responsabili del progressivo invecchiamento della pelle sono l’involuzione e le modificazioni strutturali del connettivo, soprattutto la perdita di collagene e la degenerazione delle fibre elastiche, ed i danni, non riparabili, a carico dei delicati costituenti cellulari.
Molti sono i fattori che possono alterare e danneggiare questa vitale struttura e fra essi sicuramente prevalgono le radiazioni UV e l’azione dei radicali liberi, veri killers biologici, che si formano per svariate cause nel nostro organismo (aggressioni chimiche, meccaniche, fisiche e simili) [4].
Da quanto detto, appare evidente che nella lotta contro l’invecchiamento cutaneo grande importanza ha il poter disporre di sostanze antiossidanti in grado di contrastare efficacemente la formazione dei radicali liberi e minimizzare i danni biologici da essi provocati.
A livello cutaneo, soprattutto nello strato corneo dell’epidermide, è espresso un “sistema antiossidante” molto efficiente, composto da enzimi, o antiossidanti ad alto peso molecolare, ed antiossidanti a basso peso molecolare, non enzimatici, fra cui i più importanti sono l’acido ascorbico, o vitamina C, l’α-tocoferolo, o vitamina E, l’ubichinone, o coenzima Q, il glutatione (GSH), il polipeptide tioredossina, l’acido lipoico e la melatonina [4].
Con l’avanzare degli anni in molti tessuti dell’organismo, compresa la cute, si assiste ad un aumento degli stress ossidativi e, contemporaneamente, ad una progressiva riduzione del potere antiossidante, che conducono ad un graduale ed irreversibile invecchiamento fisiologico. Per ritardare la sua comparsa o, comunque, per trattare l’invecchiamento cutaneo si può intervenire in vari modi, fra cui la somministrazione orale di sostanze con un alto contenuto in antiossidanti oppure l’applicazione topica di molecole capaci di penetrare nello strato corneo e con buon potere antiossidante [4]. Da studi in vitro ed in vivo la MELATONINA, formulata per essere applicata sulla cute, si è dimostrata un valido trattamento antietà per prevenire la formazione di ROS, oltre a limitare i danni causati dall’esposizione ad UV. In conclusione l’applicazione topica di MELATONINA, oltre a prevenire il fotoinvecchiamento indotto da un’eccessiva esposizione alle radiazioni UV [2], svolge pure un’azione “antiaging” ritardando la comparsa dei segni di degrado cutaneo, come rughe, avvizzimenti, perdita di elasticità, disidratazione, assottigliamento cutaneo e simili, grazie alle sue capacità di neutralizzare i radicali liberi responsabili degli stress ossidativi. Per cui, potrebbe essere utilizzata come sostanza funzionale in formulazioni ad uso topico in campo terapeutico e/o cosmetico.
DALLA MELATONINA ALLA FITOMELATONINA
Le ultime ricerche riguardano la melatonina estratta da piante “ FITOMELATONINA”, alternativa naturale nel campo dermatologico.
BIBLIOGRAFIA:
- Solominski A., Wortsman J &Tobin D.J. The cutaneous serotoninergic/melatoninergic system: securing place under the sun FASEB J 2005;19:176-194
- Solominski A., Fisher T.W. , Zmijewski M,A, Wortsman J, Semac I., Zbytek B., Slominski R.M. & Tobin D.J. on the role of melatonin in skin physiology and pathology Endocrine 2005;27(2):137-148.
- Reiter R.J. & Robinson J. Melatonin; Bantam Books 1995
- Podda M & Grundmann-Kollmann M. Low molecular weight antioxidants and their role in skin ageing Clin and Exp Dermatol 2001;26:578-82
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